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Cinema & amore

in questo articolo parleremo di cinque stelle del cinema e delle loro relazioni:
MARILYN STREEP: l’ attrice è stata fidanzata per 7 anni con John Cazale, fino alla sua morte per un cancro ai polmoni. Nel 1978 ha sposato Don Gummer da cui ha avuto 4 figli.

JOHNNY DEPP: è il padrino dei due figli di Tim Burton. È stato fidanzato con le attrici Sherilyn Fenn, Kate Moss, Jennifer Grey e Winona Ryder. E’ stato anche sposato con Lori Anne Allison.Johnny ha persino avuto una relazione con Vanessa Paradis da cui ha avuto 2 figli. Dal 2012 ha un rapporto con Amber Heard con la quale nel 2015 si sposa. La coppia divorzia nel 2016.
BRUCE WILLIS: il 21 novembre 1987 sposa l’ attrice Demi Moore da cui nasceranno 3 figlie. Dopo la separazione avvenuta nel 2000 Willis si trasferiscea ma continua a restare vicino alle sue figlie. Tra il 2003 ed il 2004 si fidanza con Brooke Bruns. L’ attore nel 2009 si sposa con Emma Heming, dalla quale avrà 2 figli.
JULIA ROBERTS: nel 1991 ha avuto una breve relazione con Kiefer Sutherland interrotta 3 giorni prima del matrimonio! Nel 1993 sposa il cantante Lyle Lovett, i due si separano pochi mesi dopo. Nel 2002 si sposa in seconde nozze con Daniel Moder. La coppia ha 3 figli.

ANGELINA JOLIE attualmente è sposata con Brad Pitt. Ora lui la sta tradendo e si pensa che lei stia diventando anoressica. La coppia possiede un patrimonio di 380 milioni di dollari! L’ attrice per il compleanno del marito gli ha regalato un’ isola a forma di cuore a 80 km da New York. Angelina ha confermato di essere bisessuale e ha affermato il legame con Jenny Shimizu. Nel 1996 sposa Jonny Lee Miller. Si separano l’ anno seguente.
Credo che la vita sotto i riflettori renda difficili i legami duraturi.

 

Cosa penso della festa della donna

Si è festeggiata da poco la Festa della Donna, una ricorrenza contestata più volte dai movimenti femministi, la giornata il cui simbolo storico è la mimosa, una data che è nata per festeggiare le donne ma sta diventando sempre più maschilista.
Com’è nata questa festa? La leggenda narra che, in seguito a delle proteste, il proprietario di una fabbrica newyorkese abbia chiuso 129 operaie dentro allo stabilimento che prese fuoco nella notte dell’otto marzo, uccidendole. In realtà questo è solo un mito, perchè la festa è nata grazie a molti eventi: le proteste per concedere il voto alle donne, gli scioperi per ottenere uno stipendio pari a quello maschile e l’incendio di una fabbrica che però conteneva sia uomini che donne, e che è avvenuto alla luce del sole.
Insomma, la festa è nata con delle buone intenzioni, ossia quelle di ricordare e rivendicare la forza che hanno avuto le donne nel conquistarsi i propri diritti.
Non sono il tipo di persona che rifiuta le mimose o che non risponde agli auguri, però pensandoci bene trovo che questa ricorrenza stia sempre di più degenerando. Prima di tutto, siamo sicuri che i diritti siano stati davvero ottenuti? Secondo me, i diritti saranno veramente conquistati quando non sarà più fatta violenza fisica o verbale sulle donne da parte degli uomini, quando le donne non saranno più uccise da coloro che amano, quando anche in paesi come l’Afghanistan ci sarà la parità dei sessi e quando non ci sarà più nessun motivo per sentirsi sottomesse. Per ora, la festa della donna non assomiglia al giorno in cui tirare fuori la propria femminilità bensì il contrario, come se fosse la “libera uscita” dalla propria routine per sfogarsi e cadere spesso nell’indecenza.

Come bisognerebbe festeggiare questa festa secondo me? Accettando mimose e auguri solo dagli uomini che ti hanno sempre trattata come Donna e non come donna, e approfittando dell’occasione per tirare fuori femminilità e orgoglio.

Cosa penso della mia scuola

Questo anno è già il terzo che passo a studiare nelle mura della Meucci, e posso asserire di conoscerla abbastanza bene per dire quello che mi piace e quello che dovrebbe essere migliorato.
Sicuramente, tutti i professori di questa scuola sono veramente bravi: oltre alle loro materie mi hanno dato lezioni anche sul modo di vivere più giusto e su come comportarmi in futuro.
Poi, sono contenta del fatto che ci siano due Lavagne Interattive e un’aula di arte (anche se viene usata come un magazzino, rimane comunque un’aula di arte…) e una palestra fornita di reti da pallavolo, canestri di basket e quadro svedese.
Un altro punto di forza della Meucci sono i laboratori pomeridiani: oltre ai numerosi corsi sportivi (Danza, hitball, pallavolo, canoa…) ci sono anche attività come questo laboratorio di blog, corsi di latino e approfondimenti di inglese e francese.
E poi ci sono, ovviamente, i punti negativi: la cosa che mi infastidisce di più è il freddo d’inverno, nella mia classe in particolare potrebbero vivere tranquillamente dei pinguini, perciò stiamo pensando di portarci delle coperte e una professoressa accende sempre una piccola stufa sulla cattedra…
Tutto sommato i punti a favore della nostra scuola sono maggiori di quelli negativi, perciò mi dispiace che questi tre anni stiano volgendo al termine e consiglio la scuola a chiunque voglia iscriversi.
E a voi piace la vostra scuola? Cosa preferite in particolare?

Le mie vacanze di Natale

Per  prima cosa, vacanze di Natale significa non andare a scuola per quindici giorni , ed è già qualcosa ….

A parte questo piccolo dettaglio, significa vedere gente diversa e stare con altri amici: io le vacanze di solito le trascorro in montagna e  vado a sciare  tutti i giorni.

Quindi niente sveglia alle sette e mezza, niente ingresso di corsa con la Campanella che sta suonando, niente… Playstation , in montagna non la porto, niente allenamenti di calcio, quelli di sci bastano e avanzano, niente cielo grigio…

Ci si  sveglia alle nove, si fa colazione con calma e poi si esce tutti insieme per andare a sciare: quest’anno anche mia sorella avrà lo stesso mio orario di inizio. Poi via col gruppo dello sci club e si rientra alle quattro  ( giusto in tempo per fare i compiti… quelli ti seguono ovunque!!).

Le vacanze di Natale significano cambiamento… e per voi?

Il prof ideale

Partiamo dall’età: possibilmente non di mezza età, che rompe le scatole su quanto suo figlio adolescente sia noioso e chiede assurdi consigli su cosa comprargli per il compleanno, o  al contrario lo elogia su quanto sia bello, intelligente e fantastico rispetto a noi.

Ma neanche tropppo giovane: ci annoierebbe su quanto sia carino e tenero il suo figlio piccolo e passerebbe intere lezioni a raccontarci di emozionanti cambi di pannolini.

L’ideale sarebbe giovane e single, o comunque che non parli troppo della sua famiglia o degli incontri che ha fatto nella sua lunga ed emozionante vita…

L’aspetto estetico non importa, semmai si spera che non abbia voci strane o toni buffi che ci impediscano di seguire la lezione senza strangolarsi dalle risate.

Sulle lezioni io direi che tutte le materie vanno bene: basta che ci portino un po’ fuori (una lezione di storia si può fare benissimo davanti ai monumenti del periodo, e ai prof di scienze non si strozza l’ernia se ci portano a vedere degli esempi viventi di quella benedetta fotosintesi clorofilliana). Inoltre sarebbe bello che avessero un po’ d’inziativa : e oggi il laboratorio da qualche parte, e domani la gita al museo (magari evitando le pinacoteche, credo che siano le cose più noiose del mondo dopo i compiti…).

Ah, e i COMPITI! ma dai, ci fate stare quarant’anni in classe e volete anche farci fare i compiti? Abbiamo anche noi una vita!

E la cosa più importante: non siate troppo impiccioni ed evitate di ostentare una finta amicizia con gli allievi, farete solo una butta figura!

Una giornata sugli sci

Ieri, sabato 9 marzo, sono andata a sciare a Sauze d’Oulx.

Mi sono vestita, lavata e ho fatto colazione, poi ho preso gli sci e ho cominciato a incamminarmi verso le piste da sci, quando sono arrivata abbiamo ritirato gli sci di mio padre dallo ski box.

Non c’era tanta gente e le code erano corte, faceva caldo ma il cielo era coperto dalle nuvole. Le piste erano quasi vuote, ma andiamo con ordine.

Alle undici meno dieci ho lasciato mio fratello alla scuola sci, dove abbiamo trovato degli amici di papà con i quali abbiamo sciato la mattina e il pomeriggio.

Siamo saliti prendendo la seggiovia Pian della Rocca , arrivati su ci siamo presi il caffè e poi (finalmente) siamo partiti.

Abbiamo sciato e all’una e mezza siamo dovuti scendere a prendere mia sorella e portarla a lezione di sci.

Quando è arrivata stavamo ancora mangiando, è arrivato anche un amico di mia sorella che aveva lezione anche lui. Li abbiamo portati a lezione  e siamo tornati a sciare.

Alle cinque sono tornati i miei fratelli, allora abbiamo preso la macchina, siamo arrivati a Bardonecchia, abbiamo preso la motoslitta e siamo saliti su perché avevamo una “fiaccolata” con le torce e una cena sulla neve.

Ho avuto una giornata al cento per cento sulla neve!

Un Toscano a Torino.

Sono nato il 31 ottobre 2001 nell’ospedale di Poggibonsi quando i miei genitori abitavano
in Toscana. Ho vissuto in una casa in mezzo al bosco a Castellina in Chianti, in provincia
di Siena.

La mia vita coi toscani più simpatici…
Per la lunga strada sterrata che percorrevo quando andavo in paese, spesso incontravo
alcuni strani personaggi: serpenti, istrici, ricci, cinghiali, lepri, colombe e daini. Era bello
poterli osservare e scoprire il loro comportamento.
In Toscana avevamo una casa spaziosa divisa tre appartamenti: il primo in cui abitavo
con la mia famiglia, il secondo per gli ospiti e il terzo per i nonni materni quando
venivano in Toscana da Torino. Nella casa degli ospiti ho festeggiato a volte il mio
compleanno e con i miei amici e ci mascheravamo con costumi di Halloween. Ho
frequentato la scuola elementare di Castellina in Chianti e avevo compagni molto
simpatici, tra questi c’era Danil che era anche il mio migliore amico. Proseguendo per la
strada che da casa va fino a scuola, c’è l’abitazione dei miei nonni paterni e dove tutte le
volte che uscivo da scuola incontravo i miei cuginetti e la mia sorellina e con cui giocavo.
Loro sono più piccoli di me e capitava spesso di litigare per vari motivi: a volte per un
giocattolo, a volte per semplice gelosia!

Musica e ancora animali!
All’età di cinque anni ho iniziato a frequentare a Firenze una scuola di musica dove
suonavo il violoncello con una maestra che si chiamava Elisabetta. I miei nonni della
Toscana hanno un campo dove ci sono molti animali: conigli, piccioni, cani, gatti e
soprattutto una moltitudine di galline che non si cibano di mangime ma di frutta e verdura
come torsoli di mele e bucce di melone….insomma tutti gli scarti di cucina. Per questo
motivo le loro uova hanno un gusto completamente diverso da quelle che a Torino siamo
costretti ad acquistare.

Il cibo più buono… è quello che vedi crescere.
Dietro casa mia avevo anche un orticello dove coltivavamo pomodori, insalata, frutta e
verdura e dove tutto cresceva lentamente e diventava grosso e gustoso. Ci sono anche
moltissimi ulivi e in autunno facevamo la raccolta delle olive per produrre un ottimo olio.
Adesso che vivo a Torino mi capita nei weekend di ritornare in Toscana e rivedo i miei

parenti ed i miei amici. È sempre un momento di gioia perché la vita la’ mi piace molto.

La crisi del compito

Elisa sentiva il rumore dei passi della signorina Pottardini, portava sempre i tacchi e il suo passo era riconoscibile anche  a 3 metri di distanza.

La sua camminata sicura incuteva paura persino al preside che ogni volta che la incontrava diventava piccolo come uno scricciolo.

Ma la sfortuna aveva voluto che proprio lei fosse la professoressa di Elisa però, l’unica cosa che la tormentava in quel momento, era la borsa che sicuramente teneva in mano la Pottardini, non perché fosse contraria alla sua borsa, ma quello che le interessa erano i compiti che quella grande borsa di velluto conteneva. Il compito di matematica non le era sembrato completo, come se fosse mancato qualcosa.

Intanto come sempre i suoi compagni non facevano altro che perdere tempo e fare chiasso, tutti tranne uno, Riccardo era stranamente seduto al suo banco a disperarsi. Forse anche lui era morto di paura per il compito, ma poi Elisa sentì la Pottardini, anzi i suoi tacchi, avvicinarsi

“Elisa Rubettini, sono stupita, tieni il tuo compito.”

Elisa guardò impaurita il compito e… 10!