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Un muro tra di noi

 

Il video “un muro tra di noi” è stato realizzato con l’ applicazione I MOVIE,disponibile solo per Apple.
Nel video abbiamo cercato sfondi, scritte, emoji e canzoni adatte:
1) Per la copertina del video abbiamo cercato uno sfondo convincente e poi abbiamo scritto il titolo, con caratteri speciali (comparsa);
2)Per collegare i video tra loro è bastato cliccare sull’ icona con il videoregistratore e la nota musicale e poi abbiamo selezionato i vari video girati precedentemente;
3)Per la musica è stata cliccata la scritta aggiungi,è stata scelta e infine aggiunta al video.
4)Per le emoji abbiamo selezionato la scrittura e poi scelto le faccine adatte alla scena;
5) Per i titoli di coda è stata cliccata la scritta trailer ed è stato fatto uno screenshot.

Il bullismo

Bullismo, s.m. [der. di bullo] – Comportamento da bullo; spavalderia arrogante e sfrontata. In particolare, atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche  attuate specialmente in ambienti scolastici o giovanili.
Fonte: Enciclopedia Treccani online.

Il bullismo al giorno d’oggi, a mio parere, è un grave ed evidente sintomo della scarsa educazione ricevuta dai ragazzi che lo attuano. Esso, come afferma la Treccani, non solo può comportare da parte del bullo varie violenze fisiche, ma soprattutto psicologiche che possono traumatizzare anche gravemente chi ne è vittima. Talvolta dai mezzi di informazione veniamo a conoscenza addirittura di tentativi di suicidio da parte di chi subisce gravi atti di bullismo.

In tutto questo credo, come ho già detto, che i genitori abbiano le loro responsabilità per non aver insegnato come ci si dovrebbe comportare in una società “civilizzata” come la nostra. Infine, penso che a volte anche la violenza eccessiva di alcuni programmi televisivi o di certi videogiochi sia molto dannosa e possa influenzare negativamente i soggetti più deboli e insicuri che finiscono per diventare bulli per affermare se stessi.

 

La mia nuova classe

Mi piace molto la mia nuova classe.

inizialmente avevo nostalgia di quella vecchia,

ma poi mi sono subito adattata.

La prima persona che ho conosciuto e stata Anna:

si è subito presentata e abbiamo fatto immediatamente amicizia.

E’ una bella ragazza con i capelli ondulati, un bellissimo viso e

abbastanza alta…..

Poi ho riincontrato una mia compagna di catechismo:

Eugenia, alta con i capelli rossi e lunghi

sempre positiva e sorridente.

Poi ho conosciuto Gaia:

bassa carina e bruna.

Ora non sto a elencare tutti i miei compagni uno a uno…

potrei riempire un libro per ognuno di loro…

mi ci sono affezionata in così poco tempo,

che ora mi sembra di conoscerli da una vita.

Con loro ho fatto cose mai fatte con nessun altro,

ho vissuto momenti bellissimi,

sono le persone che mi fanno ridere da matti,

che mi consolano quando prendo un brutto voto,

che mi aiutano con i compiti,

che quando ce una lezione che non nomino alzano il voto all’interrogato.

Nella mia classe ci sono persone diversissime:

ci sono i matematici, i sportivi, i bravi nelle lingue,

i pazzi, i scatenati, il bocciato, i tecnologici, i musicisti…

sono cosi diversi,

eppure voglio a tutti un bene della madonna….

Cosa penso della festa della donna

Si è festeggiata da poco la Festa della Donna, una ricorrenza contestata più volte dai movimenti femministi, la giornata il cui simbolo storico è la mimosa, una data che è nata per festeggiare le donne ma sta diventando sempre più maschilista.
Com’è nata questa festa? La leggenda narra che, in seguito a delle proteste, il proprietario di una fabbrica newyorkese abbia chiuso 129 operaie dentro allo stabilimento che prese fuoco nella notte dell’otto marzo, uccidendole. In realtà questo è solo un mito, perchè la festa è nata grazie a molti eventi: le proteste per concedere il voto alle donne, gli scioperi per ottenere uno stipendio pari a quello maschile e l’incendio di una fabbrica che però conteneva sia uomini che donne, e che è avvenuto alla luce del sole.
Insomma, la festa è nata con delle buone intenzioni, ossia quelle di ricordare e rivendicare la forza che hanno avuto le donne nel conquistarsi i propri diritti.
Non sono il tipo di persona che rifiuta le mimose o che non risponde agli auguri, però pensandoci bene trovo che questa ricorrenza stia sempre di più degenerando. Prima di tutto, siamo sicuri che i diritti siano stati davvero ottenuti? Secondo me, i diritti saranno veramente conquistati quando non sarà più fatta violenza fisica o verbale sulle donne da parte degli uomini, quando le donne non saranno più uccise da coloro che amano, quando anche in paesi come l’Afghanistan ci sarà la parità dei sessi e quando non ci sarà più nessun motivo per sentirsi sottomesse. Per ora, la festa della donna non assomiglia al giorno in cui tirare fuori la propria femminilità bensì il contrario, come se fosse la “libera uscita” dalla propria routine per sfogarsi e cadere spesso nell’indecenza.

Come bisognerebbe festeggiare questa festa secondo me? Accettando mimose e auguri solo dagli uomini che ti hanno sempre trattata come Donna e non come donna, e approfittando dell’occasione per tirare fuori femminilità e orgoglio.

La materia che vorrei

Io vorrei una materia in cui si progettano le case.

Vorrei una materia che si facesse con i righelli e le squadrette.

Vorrei una materia che non richieda così tanto esercizio e che possa essere svolta da tutti.   Vorrei una materia in cui non si facessero temi e non si scrivesse più di tanto.                             Vorrei una materia con professori amichevoli e seri nei momenti necessari.

Vorrei una materia come tecnica, ma più basata su plastici e progetti.

E voi quale materia vorreste?

I nativi digitali non hanno ideali?

Quante volte avete sentito dire la frase “Ah, ma quelli della vostra generazione non hanno ideali!” o “Certo che ragazzi della tua età sono tutti degli sfaticati!”? Io ho dovuto ascoltare queste parole molto spesso, e vorrei far cambiare idea alle persone che valutano solo gli aspetti critici di una generazione che, a parer mio, potrebbe dare molto in futuro.
Ecco perchè ritengo che “I nativi digitali non hanno ideali” sia un’affermazione sbagliata:

  • é vecchia: Si è sempre detto, lo dicevano i miei nonni ai miei genitori, i miei bisnonni ai miei nonni e così via. Sta diventando più un proverbio che un’affermazione! Oltretutto, tutti sanno che le frasi fatte non sono mai vere, e sono così banali da essere anche fastidiose.
  • è superficiale: Spesso chi dice queste cose valuta solo i ragazzi più “appariscenti”: è vero che una percentuale di miei coetanei fuma, fa uso di droghe e non si impegna in ambito scolastico, ma è anche vero che gran parte degli adolescenti ci tiene ad assicurarsi un futuro, è interessato alla musica, allo sport o all’arte e spesso vengono oscurati dai casi più eclatanti. Purtroppo queste persone sono sempre dietro le quinte, e vengono accomunate a chi non se lo merita. Mai sentito dire “Non fare di tutta l’erba un fascio”?
  • siamo piccoli: Può sembrare una scusa banale, ma credo che la mia generazione non abbia ancora avuto tempo per dimostrare quello che veramente vale. Stiamo parlando di ragazzi di 14, 15, 16 anni al massimo: se pensate che siamo noi che dobbiamo cambiare il pianeta, beh, vi sbagliate. La generazione che ha rovinato il mondo per ora è la vostra, e sicuramente non siamo ancora in grado di riparare i danni.
  • siamo digitali: Dateci un computer e faremo miracoli! I ragazzi della mia età sono tutti, e dico proprio tutti, abilissimi nell’uso della tecnologia. Forse è vero che passiamo troppo tempo davanti a uno schermo e che diamo più importanza ai pixel che al mondo reale, ma internet mi ha fatto imparare tantissime cose. Mi sento quasi in imbarazzo quando, davanti a una LIM, siamo più bravi noi che la professoressa.

E voi, cosa pensate dei vostri coetanei? Avete altri punti da aggiungere alla mia lista?

La fortuna non esiste!

Cari lettori tecnologici…

Oggi vi parlerò del fattore F (la fortuna).

Molte persone, in tutto il mondo, sono legate per tradizione al fattore F. Un esempio: in Brasile, a capodanno, bisogna vestirsi di bianco per avere un anno fortunato. A Torino, il Falò “decide” se sarà un anno fortunato…
Ma… Se ci pensate, la fortuna non esiste!
La combinazione del Lotto, ad esempio, viene stabilita da una ruota o da un computer, non “dalla Dea bendata”.
Solo chi rosica (o i looser) utilizzano la fortuna come se fosse l’unico fattore che li fa perdere!
E voi…..
Cosa ne pensate?!
Siete d’accordo con me?!